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11-03-2011
Con la bocciatura del finanziamento alle Associazioni Allevatori nel decreto milleproroghe, passano improvvisamente a ZERO le risorse economiche al sistema zootecnico nazionale. Il Presidente dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne (Anabic) Fausto Luchetti esprime profonda preoccupazione per le ripercussione che questa decisione potrà avere sull’allevamento italiano ed in particolare sul settore delle Razze Bovine Italiane da Carne Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica, diffuse in tutto il centro sud, ma da alcuni anni in espansione anche verso il settentrione. Circa 5500 aziende che producono in sintonia con l’ambiente e con gli obbiettivi della nuova PAC che privilegia le attività che contribuiscono ai cosiddetti “beni pubblici”, allo sviluppo rurale, alla sicurezza alimentare.
Aziende che, grazie alla selezione, hanno compiuto passi da gigante in termini di miglioramento genetico e di competitività, incrementando la produttività del proprio bestiame senza stravolgerne la fisiologia, in un consapevole rispetto del benessere animale e dell’ambiente circostante.
Proprio sui Libri Genealogici, detenuti dal Sistema Allevatori, si fonda il disciplinare IGP del Vitellone Bianco dell’Appenino Centrale, che molto ha contribuito alla valorizzazione delle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola, garantendo agli allevatori una migliore remunerazione ed ai consumatori uno standard elevatissimo in termini di qualità e salubrità delle produzioni.
Quest’anno cade inoltre il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Anabic, la cui celebrazione è in programma a Bastia Umbra, nell’ambito di Agriumbria, in concomitanza con la Mostra Nazionale della razza Chianina e della rassegna Italialleva, vetrina di tutte le principali specie e razze allevate in Italia, ma anche “marchio ombrello” che valorizza i prodotti che possono giovarsi dei rigorosi controlli attuati dal Sistema Allevatori.
Con quale spirito celebreremo questa ricorrenza in un momento in cui gli allevatori, che con grandi sacrifici personali continuano a partecipare ad Agriumbria decretandone il successo, sembrano abbandonati dalla politica e non rappresentare una priorità per il paese?
Confido che le Istituzioni vorranno porre rapidamente rimedio a questo grave errore, riconoscendo il grande contributo che il nostro settore assicura all’economia del paese e assicurando ai giovani allevatori il sostegno e le prospettive necessarie al proseguimento della loro attività.